La testa di moro è un oggetto della tradizione siciliana che non accenna a passare di moda. Ultimamente dalle teste coloratissime e riccamente decorate, si è passati alle monocolore. Queste sono quasi esclusivamente bianche e antichizzate per potersi inserire nelle case shabby chic dei neo sposi.

Un oggetto versatile

Ma quello che le rende veramente affascinanti è la loro versatilità. Proteggono gli angoli di un bel balcone fiorito, o possono rimanere all’interno delle case ed essere ammirate nella loro bellezza. Vengono utilizzate per impreziosire una pianta. Possono anche contenere sale, caramelle o un po’di sabbia che le faccia diventare un piccolo giardino zen. Si Possono usare come portapenne, ferma documenti, contenitore per le mance, porta uovo, porta pennelli da trucco… La lista potrebbe essere infinita perché ogni anno i nostri clienti ci suggeriscono nuove idee.

E’ davvero un oggetto molto accattivante, ma la leggenda da cui prende origine lo è ancora di più.

Palermo

Siamo a Palermo, nel decimo secolo, in piena dominazione araba. Non è facile immaginare, ai giorni nostri, una pacifica e vivace convivenza tra la popolazione autoctona e i “conquistatori”, ma gli storici così la definiscono. Quindi, sforziamoci di immaginare una città ricca di diversità, di studiosi, commercianti, donne bellissime… Come la protagonista di questa storia.

La fanciulla trascorreva le sue giornate a prendersi cura delle sue piante in balcone. Questo sembrava essere il più bello di Palermo, magari per l’amore che lei riversava su di esse?
Sicuramente, ma atteniamoci ai fatti.
Una ragazza così affascinante sicuramente sarà stata notata da più persone che ne ammiravano la bellezza, ma lei s’innamorò solo del più bello dei mori (così venivano chiamati gli arabi in Sicilia).

La storia d’amore

Pur amandolo da subito, la fanciulla non esitò a farsi corteggiare strenuamente, perché così era costume (forse anche oggi?). Finalmente decise di ricambiare quel sentimento iniziando una appassionata storia d’amore.

Non esisteva coppia più felice al mondo, più bella al mondo, più “tutto” al mondo … ma qualcosa all’improvviso si spezzò. Il bel moro, doveva ritornare nel suo Paese, lasciare per sempre Palermo… lei magari avrebbe voluto seguirlo, ma non poteva..così le diceva… Allora doveva essere lui a rimanere..per amore…ma anche questo era fuori discussione… qualcosa non tornava…

Sfinito dalla bella palermitana, il bel moro confessò di avere moglie e figli a casa che ne aspettavano il ritorno.

Una tragedia annunciata

Ora, mettiamoci un attimo nei suoi panni…esatto..quell’ira funesta, che anche voi state provando, l’ha prevaricata e soffocata al punto da non comprendere più che quello che stava per compiere era un gesto ignobile!
Ecco… usciamo dai suoi panni…che adesso ci stanno un po’ stretti…

La bella fanciulla si sentì tradita, ingannata…cercò vendetta per questo affronto e la mise in atto gelidamente. Aspettò che l’amante si fosse addormentato e ne tagliò la testa, che mise tra le sue piante in balcone.

Inizio di una leggenda

Si racconta pure che vi mise una piantina di basilico che crebbe bella e rigogliosa, grazie alle sue lacrime versate. La pianta e il suo vaso destarono l’invidia degli abitanti del quartiere che vollero costruirsi dei vasi in terracotta a forma di “testa”, come quello della fanciulla.

Le teste di moro da allora si sono diffuse in ogni parte dell’isola. Bellissime rappresentazioni nelle ceramiche classiche di Caltagirone o di Santo Stefano di Camastra o in quelle più moderne di Don Corleone a Taormina. 

Ogni ceramista siciliano ha la sua personale interpretazione della testa di moro e quindi non esitate a cercare l’oggetto che più vi emoziona o a personalizzarlo con noi.